Fabrizio Foschi mercoledì 17 febbraio 2010 Riforma delle superiori fatta. Punto e a capo. Il Ministro Gelmini lancia segnali che riaprono e approfondiscono tutti i molteplici fronti dai quali dovrebbe passare la trasformazione del pachidermico sistema scolastico italiano in un organismo vivo fatto di scuole autonome che funzionano e insegnanti motivati che lavorano per il bene dei loro alunni. Mission impossible? Forse no. Il riordino del ciclo secondario superiore (istituti tecnici e professionali; licei) presenta tre punti di forza (che possono diventare di debolezza, se non attuati): la gestione delle quote di autonomia da parte delle scuole; la possibilità di ritagliarsi l’organico funzionale; la preparazione e disponibilità dei docenti a muoversi entro spazi che sono diversi da quelli tradizionalmente assicurati da un meccanismo sindacal-assistenziale oggi in crisi. Alla luce di questi tre gangli, le successive misure che la politica scolastica vuole introdurre (nuova formazione iniziale degli insegnanti; nuove forme di reclutamento; valutazione del merito) appaiono come complementari: una scuola così com’è ridisegnata dalla riforma (dimagrita nei quadri orari ma con la pretesa di incidere maggiormente sulle leve che promuovono la qualità degli insegnamenti e abbassano i tassi di dispersione) non potrà mai funzionare se non per opera di docenti che vivono fino in fondo la loro professione, e cioè sono disponibili a coinvolgere gli alunni nel percorso della conoscenza attraverso le discipline e, nello stesso tempo, a diventare protagonisti, per quello che loro compete, dell’offerta formativa che le scuole rivolgono al territorio. È inevitabile: il filo rosso che attraversa il riassetto della scuola (il livello superiore è l’ultimo di una serie di ritocchi che hanno coinvolto anche la superiore di I grado e la primaria) passa attraverso la personalità del docente: la sua identità culturale e professionale, il cuore con cui vive ogni giorno l’impatto con l’attività didattica, il riconoscimento di cui gode (che dovrebbe essere anche espresso in una progressione di carriera degna di questo nome). CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO, CLICCA SUL SIMBOLO ">>" QUI SOTTO 1 2 3 >> [Documento principale precedente] SCUOLA/ Autonomia, organico e formazione docenti: tre punti chiave della riforma Gelmini (Mauro Fontana) [Documento principale successivo]