il mattino di Padova — 27 giugno 2010 pagina 28 sezione: PROVINCIA
CARMIGNANO DI BRENTA. La Yamaha R1 filava veloce e sicura sul rettilineo che non sembrava avere mai fine. Ma quella strada può tradire anche chi la conosce, come la famiglia di San Pietro in Gu che sterminò anni fa: padre, madre e due figli. Alla fine di quel rettilineo lungo e ampio come una superstrada via Cerato, che però è nota a tutti nella zona come «lo stradone» di Spessa, si interrompe bruscamente in entrambe le direzioni: da una parte, in provincia di Padova, si innesta sulla vecchia Postumia; dall’altra, in territorio vicentino, sulla provinciale che porta nel centro abitato di Pozzoleone. Quella strada, ieri alle 20,45, ha tradito anche il centauro in sella alla sua Yamaha: la potente moto ha sbandato, ha perso aderenza e s’è schiantata. La sua corsa è finita fuori strada, contro un palo della luce, insieme a quella del motociclista. Un impatto tremendo: Renzo «Romeo» Trento, 39 anni, imprenditore di Tezze sul Brenta, non si è più rialzato. Intorno a lui, in pochi attimi, si sono prodigati i soccorsi del Suem 118, si sono moltiplicate le divise dei carabinieri del Radiomobile di Cittadella e di Carmignano. Ma per il giovane impresario edile, che abitava con i familiari al 4 di via Tommaseo a Tezze, non c’era nulla da fare. La morte è stata istantanea. Lo conferma il fatto che il primo a soccorrerlo e a far scattare l’allarme alla centrale del 118 è stato un medico di base di Carmignano, giunto sul posto subito dopo l’incidente: in attesa che giungessero i mezzi del Suem, il dottore ha praticato al centauro tutte le operazioni di primo soccorso nel tentativo di rianimarlo, ma pochi attimi dopo ha avuto dai colleghi del 118 la conferma di quanto aveva constatato fino a quel momento; Trento era morto sul colpo. Il casco e le altre protezioni nulla hanno potuto contro l’impatto devastante: proveniente dal bivio sulla Postumia «bassa», la moto ha percorso il rettilineo e, all’altezza della prima semicurva verso destra in direzione di Pozzoleone, è andata diritta volando direttamente fuori strada dalla parte opposta: fatale la traiettoria contro il palo dell’Enel, che la Yamaha ha abbattuto e contro cui si è sfracellato il centauro. Tragica la sua fine, come tre anni fa quella del padre che morì sotto i suoi occhi: «Romeo» (così lo conoscono tutti), era nel cantiere quando papà Antonio fu centrato insieme al socio Ignazio Andretta dal braccio di una betoniera che si spezzò di colpo sopra le loro teste; i due impresari vennero travolti e morirono. Era il 31 luglio del 2007. Ieri, a poco meno di tre anni di distanza, i carabinieri sono tornati a suonare il campanello in via Tommaseo portando tragiche notizie. E i familiari, come tre estati fa, sono accorsi a piangere il tragico destino di un loro familiare. La mesta processione fino a Spessa si è protratta fino a tarda sera, mentre i carabinieri di Carmignano e Cittadella, oltre a completare i rilievi dell’incidente che non ha comunque coinvolto altri mezzi, si occupavano di far fluire regolarmente la viabilità in direzione del centro di Carmignano di Brenta. A rendere ancora più irreale e straziante la scena presentatasi agli occhi dei parenti, in via Cerato, era la loro la consapevolezza che quella strada maledetta il loro povero «Romeo» l’aveva percorsa migliaia di volte, in anni e anni, per andare e tornare da Tezze a Carmignano. - (Silvia Bergamin) /